Dear anyone,
Your duolingo forum registration isn't automaticaly transferred to duome forum so in order to join duome forums you need to register with your existing or any other username and email; in any case it's advised that you choose a new password for the forum.
~ Duome Team

Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo? Topic is solved

User avatar
gmads
Mexico

Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by gmads »

Un articolo interessante su "Accademia della Crusca".

Le richieste giunte sono molte, ma si possono sintetizzare in quelle di Emilio B.: “L'uso di alcuni verbi intransitivi (uscire, entrare, salire, scendere) in forma transitiva è corretto? Può essere ammesso o è errore, sempre e comunque?”. Altri, come Paola C., addirittura ci scrivono: “ritengo che alcune espressioni debbano essere riconosciute come corrette poiché di uso comune: la richiesta è di dare al verbo uscire una validità sia intransitiva che transitiva”.

Risposta

I nostri lettori ci segnalano l'uso transitivo di un quartetto di verbi di movimento, costituito da due coppie di opposti, uscire/entrare e salire/scendere con il significato di 'far uscire/entrare, portar fuori o dentro', 'far salire/scendere, portar su o giù'. A dire il vero i membri della seconda coppia, nel significato di 'percorrere in salita' e 'percorrere verso il basso' hanno anche un uso transitivo: si possono salire le scale o il versante di una collina e scendere i gradini o un pendio. Anche entrare ha avuto, almeno in passato, specie in poesia, la possibilità di un uso transitivo in cui l'oggetto è il luogo dove si entra: un sentiero per Ariosto nell'Orlando Furioso, un bosco per Carducci nei Levia gravia, una casa per Pascoli nei Poemi conviviali.

L’uso transitivo dei verbi in questione è registrato in alcuni dizionari di lingua: il GRADIT lo testimonia, con la glossa di meridionalismo, per tutti e quattro i verbi; per salire e scendere aggiunge anche la notazione "popolare". Il Sabatini-Coletti 2008 registra l'uso transitivo solo per scendere e salire, con la glossa di regionalismo, senza specificare l'area di riferimento. Nel Devoto-Oli 2014 troviamo una situazione analoga a Sabatini-Coletti: la transitività è registrata solo per scendere e salire, ma con la differenza che scendere per "tirare giù" è annotato come regionale, mentre salire per "portare qualcosa in una posizione più alta, mettere su" come meridionale e popolare. ZINGARELLI 2016 registra come meridionalismi scendere e uscire, ma non entrare e salire, naturalmente nei sensi che qui si trattano. Il Vocabolario Treccani online fa la stessa cosa, ma glossa scendere e uscire genericamente come regionalismi.
La posizione dei lessicografi contemporanei non lascia dubbi: per quanto di impiego tanto rilevante da essere registrato (pur con le differenze segnalate), nessuno di questi usi viene "promosso" al livello della lingua comune.

Abbiamo quindi già la risposta. Ma l'alta frequenza delle domande, l'intensificarsi delle richieste negli ultimi tempi, le argomentazioni e le riflessioni da parte di chi ci scrive (sia quelli che condividono l'uso della modalità, sia quelli che lo stigmatizzano o che comunque lo considerano estraneo) crediamo che meritino qualche approfondimento.
Cerchiamo di trarre qualche indicazione dall'analisi delle domande; in primo luogo la provenienza: oltre il 60% delle domande proviene dal nord della penisola, in maggioranza dalla Lombardia e in particolare da Milano e provincia, poi dal Piemonte e dal Veneto, una soltanto dall' Emilia Romagna. Quasi il 27% delle domande proviene da sud, soprattutto dalla Sicilia e in maggioranza da Palermo. Il centro ha pochissime richieste: una da Firenze, una da Roma, una dalla provincia di Frosinone e una da quella di Chieti.

L'interesse per questo fenomeno si configura quindi come una contrapposizione tra nord e sud. In alcuni casi, nelle richieste che vengono da nord si fa esplicito riferimento a un uso genericamente meridionale e anche, più raramente, specificamente siciliano; altre volte chi pone la domandasi dichiara di origini meridionali, mentre in molti casi le stesse origini sembrano suggerite dal cognome.

Per misurare visivamente il peso di questa contrapposizione possiamo ricorrere a ALIQUOT - L'Atlante della Lingua Italiana QUOTidiana che ha chiesto agli utenti della rete di rispondere a questa domanda: "Nella tua città o nel tuo paese frasi come scendimi le chiavi o esci il cane [come] sono?

Image

Image

La prima immagine riporta la risposta "inaccettabili e non usate", la seconda la risposta "accettabili e usate": l'Italia si mostra decisamente divisa in due.

In alcune richieste che ci sono giunte il conflitto si presenta irrimediabile e forse non è casuale che a esprimersi in questi termini sia un "affrancato dal dialetto":

Da quando sono tornato a vivere a Palermo dopo tanti anni trascorsi per lavoro a Milano, mi dà un enorme fastidio sentire dire da tutti espressioni come "esci la carne dal frigo, esci il cane, scendi la bambina da casa, scendi il cane, sali la frutta, sali il pesce, etc." Mi hanno detto che queste espressioni sono prese dal dialetto siciliano e tradotte in italiano dove però non esistono!

Sicuramente questa reazione in negativo contro le proprie radici è motivata dalla stigmatizzazione che denunciano altri utenti: ormai scendi o esci il cane… è diventato un tormentone di dubbio gusto. È interessante però notare che, nella maggioranza dei casi, – sia un settentrionale o un meridionale a parlare – si chiede all'Accademia conferma della norma italiana, la cui certezza pare messa in discussione. Sembra quasi che la frequenza, ma anche l'uso da parte di persone colte (“per chiedere ad un allievo di prendere il libro dallo zaino, un insegnante di origine meridionale si è espresso con la formula esci il libro"; “Mi sono accorto che tutti, inclusi i laureati, usano espressioni tipo quelle citate”) lascino presagire (o temere) una possibilità di affermazione di questi verbi, o di alcuni di essi, come transitivi.

La forma al centro della questione è uscire: degli esempi forniti dai nostri utenti il 65% è con uscire, il 20% con scendere, circa il 13% con salire e meno del 2% con entrare. Si può scendere qualcosa o qualcuno da casa, dallo scaffale o dal seggiolone, mentre la cosa (quasi sempre un alimento o una bevanda) si esce soprattutto dal frigo(rifero), solo in quattro esempi dal garage (e trattasi dell'auto). La frase che incarna lo stigma (esci il cane) è proposta solo sei volte. Si salgono e si scendono soprattutto cose pesanti (pacchi o valigie), mentre si entrano solo il divano e i cuscini in caso di pioggia. Sembra che la modalità in cui questi usi ricorrono più frequentemente sia l'imposizione (oltre la metà degli esempi sono in forma imperativa) o la richiesta.

Come fanno notare alcuni utenti, l'uso di questi verbi in forma transitiva sarebbe “economicamente vantaggioso”, visto che in italiano comune e colloquiale le frasi equivalenti sono tirare la carne o il burro fuori dal frigo o la lingua dalla bocca, metter fuori la zampa dalla gabbia, portar fuori il cane e dentro i cuscini, portare o tirare su il pacco e giù le valigie. Se poi dal registro colloquiale ci spostiamo a quello formale siamo costretti a usare una costruzione con fare o verbi come estrarre e introdurre (tanto alti da risultare spesso inadeguati) e innalzare, alzare, issare, sollevare e abbassare o calare sicuramente non adeguati in tutti i contesti.

Inoltre nella prima metà del Novecento, ci sono stati autori, anche non meridionali, che, almeno per uscire e scendere, hanno usato questa costruzione: riguardo a uscire possiamo citare Beppe Fenoglio (Pioggia e la sposa, 1952: "il bambino non deve avercela con me perché l’ho uscito con quest’acqua) e Italo Calvino (Impiccagione di un Giudice, 1949: "un avvocato ... aveva uscito di tasca un giornale"); per scendere siamo in grado di aggiungere a Palazzeschi e Arpino, riportati dal Vocabolario Treccani, Lorenzo Viani (Ritorno alla patria, 1929: "I vecchi affissavano pensosi il corteo […]. Scendevano il primo morto giù per i ravaneti silenziosi nella loro bianchezza lunare") o ancora Fenoglio (Il gorgo, 1954: "A questo punto lui si voltò, si scese il forcone dalla spalla e cominciò a mostrarmelo come si fa con le bestie feroci"). Queste citazioni possono incuriosire per la toscanità di Palazzeschi e Viani, ma soprattutto per il legame comune di Fenoglio, Calvino (gli unici che usano anche uscire) e Arpino con il Piemonte. A questo proposito possiamo ricordare che in francese sortir e nel patois valdostano sortre danno luogo alla stessa possibilità: si può dire sortre le mèinà, un malado, un tsin così come sortir les enfants, un malade, un chien (cfr. A. Chenal, R. Vautherin, Nouveau dictionnaire de patois valdôtain, Aosta, Imprimerie Marguerettaz, 1968-1972).

In realtà si tratta di una possibilità che, per altre forme verbali, riguarda un'area ben più estesa del sud della penisola: Vittorio Coletti scrive sul n. 51 della “Crusca per voi” (2015, II) che tornare "nel senso di restituire o ricondurre qualcuno o qualcosa" (tornami la penna) "è attestato anticamente (in Boccaccio, perfino nel Bembo), ma in tempi recenti è proprio quasi solo degli italiani del nord est" (p. 22). E avanzare è transitivo nel senso di 'lasciare, serbare' (ho avanzato del prosciutto) almeno in area lombarda; rimanere in analogo senso (ho rimasto del pane) è romagnolo e suscita perplessità in parlanti meridionali (“Vivo in Romagna ma ho origini meridionali. In questa zona dell'Italia si sente dire ho rimasto, ma essendo convinta che l'ausiliare del verbo rimanere sia il verbo essere, chiedo cortesemente a Voi la conferma”) e incertezza nei parlanti romagnoli (“nel gergo romagnolo, si utilizza molto il verbo ho rimasto, anche se grammaticalmente è un errore. Volevo sapere se, siccome questo modo di dire fa parte ormai del nostro lessico quotidiano, si può utilizzare lo stesso oppure no”).

Cosa impedisce al fenomeno di essere accolto nell'italiano comune? Tornando al nostro quartetto di partenza, risulta che è uscire l’oggetto della diffusione virale in rete, probabilmente perché se ne avverte, in questo accomunato al suo opposto, il grado maggiore di contravvenzione alla norma. Abbiamo anche visto che entrare e uscire trovano più resistenza a essere accolti nella lessicografia rispetto a scendere, attestato invece in tutti i dizionari considerati e, con salire, considerato anche popolare, ossia slegato dalla dimensione territoriale. Questi due ultimi verbi ammettono anche in lingua la possibilità di un uso transitivo e quindi, mentre uscire ed entrare prevedono tassativamente l'ausiliare essere, richiedono l’ausiliare avere: sono salito da te e sono sceso all'alba, ma anche ho salito la gradinata e ho sceso le scale. Salire e scendere in sostanza avrebbero già in lingua pronto il costrutto in cui accogliere l’eventuale passaggio successivo; uscire ed entrare no.

Dobbiamo quindi deludere i sostenitori dell'ammissione di uscire transitivo a livello di lingua; proponiamo però, al solo prezzo dell’uso di una preposizione, di cominciare a uscire con il cane: dopo tutto è un amico.

A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza linguistica
Accademia della Crusca

5 febbraio 2016


:hash:  ㆍitaliano ㆍgrammatica

Last edited by gmads on Thu Jun 22, 2023 10:42 pm, edited 1 time in total.

🦎  Amazonia is now becoming a carbon source.  🦎
Elysium - Master of the rainforest

🇲🇽 :us:  ·  :it: 🇧🇷  ·  :ru: 🇦🇪

Chrisinom
Germany

Re: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by Chrisinom »

Come si vede, ci sono differenze fra il sud e il Nord. C'è un bel racconto di Gianni Rodari riguardo al uso di essere ed avere per il passato prossimo:
Il professor Grammaticus, viaggiando in treno, ascoltava la conversazione dei suoi compagni di scompartimento. Erano operai meridionali, emigrati all'estero in cerca di lavoro: erano tornati in Italia per le elezioni, poi avevano ripreso la strada del loro esilio.
Io ho andato in Germania nel 1958, - diceva uno di loro.
Io ho andato prima in Belgio, nelle miniere di carbone. Ma era una vita troppo dura.
Per un poco il professor Grammaticus li stette ad ascoltare in silenzio. A guardarlo bene, però, pareva una pentola in ebollizione. Finalmente il coperchio saltò, e il professor Grammaticus esclamò, guardando severamente i suoi compagni:
Ho andato! Ho andato! Ecco di nuovo il benedetto vizio di tanti italiani del Sud di usare il verbo avere al posto del verbo essere. Non vi hanno insegnato a scuola che si dice: "sono andato"?
Gli emigranti tacquero, pieni di rispetto per quel signore tanto perbene, con i capelli bianchi che gli uscivano di sotto il cappello nero.
Il verbo andare, - continuò il professor Grammaticus, - è un verbo intransitivo, e come tale vuole l'ausiliare essere.
Gli emigranti sospirarono. Poi uno di loro tossì per farsi coraggio e disse:
Sarà come lei dice, signore. Lei deve aver studiato molto. Io ho fatto la seconda elementare, ma già allora dovevo guardare più alle pecore che ai libri. Il verbo andare sarà anche quella cosa che dice lei.
Un verbo intransitivo.
Ecco, sarà un verbo intransitivo, una cosa importantissima, non discuto. Ma a me sembra un verbo triste, molto triste. Andare a cercar lavoro in casa d'altri... Lasciare la famiglia, i bambini.
Il professor Grammaticus cominciò a balbettare.
Certo... Veramente... Insomma, però... Comunque si dice sono andato, non ho andato. Ci vuole il verbo "essere": io sono, tu sei, egli è...
Eh, - disse l'emigrante, sorridendo con gentilezza, - io sono, noi siamo!... Lo sa dove siamo noi, con tutto il verbo essere e con tutto il cuore? Siamo sempre al paese, anche se abbiamo andato in Germania e in Francia. Siamo sempre là, è là che vorremmo restare, e avere belle fabbriche per lavorare, e belle case per abitare.
E guardava il professor Grammaticus con i suoi occhi buoni e puliti. E il professor Grammaticus aveva una gran voglia di darsi dei pugni in testa. E intanto borbottava tra sé: - Stupido! Stupido che non sono altro. Vado a cercare gli errori nei verbi... Ma gli errori più grossi sono nelle cose!

User avatar
gmads
Mexico

Re: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by gmads »

I verbi uscire ed entrare sono verbi intransitivi, pertanto le seguenti espressioni sono scorrette perché non possono essere usati in modo transitivo (non si può "entrare qualcosa", ad esempio):

  esci la macchina
  entra il cane

Mentre questi due verbi richiedono tassativamente l'ausiliare essere, i verbi salire e scendere possono utilizare l'ausiliare avere perché le forme transitive di questi verbi sono invece corrette.

  • salire (tr.) 10. Percorrere in senso ascendente
      ho salito le scale

  • scendere (tr.) 12. Percorrere una via, un passaggio, ecc., andando dall’alto verso il basso
      ho sceso le scale
      scendere il cane << attenzione!

Tuttavia…

Nota d'uso

Come molti altri verbi intransitivi, scendere ha uso transitivo nell’Italia meridionale: scendere le valigie significa portarle al piano di sotto, o scaricarle dal bagagliaio della macchina; scendere il cane significa portarlo da casa in strada o in giardino. Si tratta di un uso regionale, non italiano, benché diffuso in tutte le regioni nell’ambiente alberghiero.



E che mi dici di:

?  siedi il bambino

Ma, sorpresa!, nel caso di sedere è perfettamente legittimo l'uso transitivo del verbo, perché da molto tempo sedere è anche transitivo, nel significato di 'far sedere'. Quindi, sì, si può dire e scrivere l'ho seduto sul divano.

  siedi il bambino

Last edited by gmads on Sat Mar 25, 2023 9:35 pm, edited 2 times in total.

🦎  Amazonia is now becoming a carbon source.  🦎
Elysium - Master of the rainforest

🇲🇽 :us:  ·  :it: 🇧🇷  ·  :ru: 🇦🇪

User avatar
gmads
Mexico

Re: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by gmads »

Chrisinom wrote: Sat Mar 25, 2023 8:54 pm

C'è un bel racconto di Gianni Rodari riguardo al uso di essere ed avere per il passato prossimo […]

Davvero un bel racconto! Grazie!

🦎  Amazonia is now becoming a carbon source.  🦎
Elysium - Master of the rainforest

🇲🇽 :us:  ·  :it: 🇧🇷  ·  :ru: 🇦🇪

Chrisinom
Germany

Re: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by Chrisinom »

Credo che anche questo uso di essere / avere sia un esempio dell'influenza dello spagnalo sui dialetti meridionali e soprattutto il napoletano:
https://it.babbel.com/it/magazine/spagnolo-italiano-sud

User avatar
gmads
Mexico

Re: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by gmads »

Chrisinom wrote: Sun Mar 26, 2023 12:43 pm

Credo che anche questo uso di essere / avere sia un esempio dell'influenza dello spagnalo sui dialetti meridionali e soprattutto il napoletano:
Lo spagnolo che somiglia all’italiano del sud

Interessante! Non sapevo quello, che "Gli spagnoli, infatti, dominavano il Regno di Sicilia e il Regno di Sardegna già dal XIV secolo […] egemonia spagnola, che durò fino al 1713, anno del Trattato di Utrecht".


Ti riferisci al fatto che molti verbi intransitivi sono coniugati con il verbo "avere" come ausiliare? Ma questo accade in tutto l'italiano (e.g. in verbi come camminare, litigare con, scherzare o viaggiare), non solo nel napoletano o nel sud Italia.

Ad ogni modo, secondo me l'argomento ha a che fare solo con la transitivizzazione (uso transitivo) di certi verbi che sono solo intransitivi, come entrare.


Stavo leggendo quando sono arrivato alla parte che dice: «“toalla” (in dialetto “tovaglia”, in italiano “asciugamano”)», e ho pensato, "ma la tovaglia è quel pezzo di lino che viene steso sulla tavola per apparecchiarla, e mi sono chiesto, come si dice allora tovaglia in napoletano?".

Devo chiarire che la parola "tovaglia" è stata una delle prime parole che ho imparato al di fuori di Duolingo a causa dello scioglilingua "Sul tagliere l'aglio taglia" :D

Sul tagliere l'aglio taglia,
non tagliare la tovaglia,
la tovaglia non è aglio,
se la tagli fai uno sbaglio.

In ogni modo, ho trovato che: «[...] ma la parola mesale deriva dallo spagnolo "mesa" che vuol dire tavola, infatti il mesale non è altro che la tovaglia».

🦎  Amazonia is now becoming a carbon source.  🦎
Elysium - Master of the rainforest

🇲🇽 :us:  ·  :it: 🇧🇷  ·  :ru: 🇦🇪

Chrisinom
Germany

Re: Entrare, uscire, salire e scendere: transitivi a furor di popolo?

Post by Chrisinom »

Mi referivo al fatto che al sud alcuni dicono "ho andato" invece di "sono andato", anche se, secondo la mia esperienza, oggi non si sente più spesso, probabilmente grazie alla scuola. Pero *tengo famiglia", "dove sta Francesco", "a mi me gusta mucho" sono cose che ho sentito (e detto, ho passato parecchio tempo vicino a Napoli) spesso.

Post Reply

Return to “Italian”